Quando si parla di ramatura delle viti si indica un processo atto a rivestire il prodotto con un film molto sottile di rame. Questa pratica, molto comune all’interno del settore automotive, è in realtà diffuso per molte superfici ferrose in diversi ambiti di applicazione, ma anche su alluminio, ottone e acciaio inox.

Di seguito ne approfondiamo i vantaggi e le tecniche impiegate.

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I vantaggi della ramatura

La ramatura è un processo di tipo galvanico che consente di ottenere una serie di benefici. Innanzitutto, viene utilizzata nell’ambito di una protezione anticorrosione, anche se non singolarmente, poiché il rame non è la prima scelta per questo tipo di impiego, ma bensì come base indispensabile per poi applicare successivamente trattamenti più avanzati di placcatura o rivestimento; questo anche perché il rame galvanizzato copre la superficie in maniera uniforme, e inoltre la flessibilità del rame consente di mantenere adesione anche a seguito di manipolazioni e piegature di un substrato.

Molto spesso però la ramatura è anche una soluzione utile per incrementare il livello di conduttività di un substrato, giacché il rame è uno dei metalli con più alto potere conduttivo. Inoltre, nel settore medico la ramatura si rende utile per le proprietà antibatteriche di questo metallo. La ramatura ha infine anche ragioni di natura estetica.

Come si effettua la ramatura delle viti

Il procedimento consiste in un’immersione dei pezzi da trattare in bagni elettrolitici, dove l’anodo è il rame e il catodo è la superficie sulla quale verrà applicato. Il bagno è alcalino nei casi in cui l’elettrolita è costituito da cianuro complesso Na₃Cu(CN)4, oppure è acido quando l’elettrolita è solfato rameico o acido solforico. Di norma, la ramatura del ferro viene effettuata tramite bagni alcalini, mentre nei casi in cui si necessita di un maggior spessore dello strato di rame si utilizzano i bagni acidi.

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