La tempra delle viti e dei bulloni è un trattamento di tipo termico che consente di imprimere una maggiore resistenza meccanica all’acciaio e quindi al prodotto finito. Si tratta probabilmente di una delle prime tecniche di lavorazione dei metalli, in quanto ne è noto l’utilizzo fin da tempi molto antichi.
Si rende molto utile per ottenere viti, bulloni e generali elementi di fissaggio che necessitano di elevate resistenze all’usura, come ad esempio avviene per impianti di produzione energetica e/o trattanti gas, petrolio, chimici e petrolchimici, i quali utilizzano elementi quali valvole, caldaie e apparecchiature ad alta pressione che necessitano di fasteners in grado di mantenere sigillati raccordi, giunti flangiati e chiusure.
Vedi anche: Che cos’è la stagnatura delle viti e quali sono i suoi vantaggi
Principio del trattamento di tempra
Un acciaio si dice che viene temprato quando, dopo aver raggiunto una temperatura di austenitizzazione, viene sottoposto a un raffreddamento particolarmente brusco, il quale ha un effetto inibente nell’azione diffusiva di ripristino dell’equilibrio termodinamico, con conseguenza che uno stato che è termodinamicamente competente a temperatura maggiore viene trasferito a temperatura ambiente.
Il monocristallo sottoposto a trattamento di tempra ha quindi caratteristiche di resistenza superiori a quelle che avrebbe se raffreddato più lentamente.
Come viene effettuata la tempratura
In un primo momento, l’acciaio viene riscaldato fino a 870°C circa, con massima attenzione per mantenere l’uniformità della temperatura su tutto il pezzo. Il materiale viene poi sottoposto ad ammollo in liquidi, aria o in un vuoto, anche qui mantenendo una temperatura uniforme. La terza fase è il raffreddamento, ovvero una nuova immersione in un fluido da tempra, la quale può essere eseguita con vari prodotti a seconda delle necessità, quali acqua, oli, gas inerti quali azoto, elio, argon.
A seguito del trattamento di tempratura, sovente segue un secondo trattamento termico, il rinvenimento, il quale viene effettuato riscaldando il materiale a temperature inferiori al punto critico, per poi lasciarlo raffreddare in aria ferma. Questo perché a seguito della tempratura, le leghe di acciaio o ferro possono risultare eccessivamente dure e fragili a causa dell’eccessiva presenza di martensite.
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